DIANA PINTALDI
"Un occhio particolare quello che Diana Pintaldi possiede. Un occhio che guarda dentro l’oggetto per divorarne l’essenza, farla propria e poi tradurla in gesti rapidi, incisivi, eppure discreti.
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Potrebbe essere la parvenza di una figura a comparire sulle sue tele:
è allora che la forma si spoglia di ogni appariscenza e lo spazio si annulla in pochi tratti.
Rimane la meccanica.
Ma non sono ingranaggi, né molle o leve.
È l’architettura di un mondo intero promossa al Fare.
Potrebbero essere due anime che s’incontrano nello spazio di un dolce abbraccio: è un istante che diventa intimità e che accoglie il suo osservatore con la stessa naturalezza. Impossibile negar loro un sorriso, ma neppure sentirsi di troppo. Potrebbe essere, anche, l’intuizione di una cosmogonia. È in quel momento che lungo lo spazio si saturano vertiginose ingerenze: un Occhio assume contorni che sussurrano porzioni di assoluto; una Proiezione cela le verità di un’altra fede, diversa e incontaminata. Un sottofondo è costante, dai primi passi dell’Incipit alle più recenti intuizioni: ogni lavoro si carica di una consapevolezza alla volta, fino a sospendere il tempo della visione. Poi diventa eterno. Perciò sull’Autunno i colori possono rincorrersi come foglie al vento; e di fronte alle arabesche sinuosità di un albero tornano alla memoria le lezioni dei fasti viennesi.
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È un intero universo che deflagra lungo i confini che la tela concede, spunto e suggerimento per guardare al di là delle sue contingenze e scoprire il piacere dell’intuizione.
E, senza alcun bisogno di prevaricazione, ognuno degli elementi che compongono i lavori di Diana Pintaldi mantiene il delicato equilibrio dentro al quale linea, forma e colore riescono a evocare un ecosistema fatto di attimi e di sospiri.
Sono studi paralleli, fra l'analitica di Cézanne e la meccanica duchampiana, quelli elevati da Diana Pintaldi al piacere più lirico dell'osservare: essenziali nella purezza delle proprie forme, rivelano un segreto che va oltre le apparenze."
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testo di Matteo Olivieri
2016