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A partire dal 2016, il concetto di tela bianca ha subito una trasformazione. Capovolgendo la tela per lavorare sul lato grezzo, si è aperta per Diana Pintaldi una ricerca di nuove prospettive.

 

Nel 2019, grazie all’esperienza dell’Atelier al MACRO Asilo, è emersa la necessità di un supporto con una storia. Il cucire un dipinto su un antico tappeto di famiglia l'ha portata alla consapevolezza che “la tela bianca non esiste”.

 

Ogni opera diventa così una continuazione di eventi precedenti, connessi attraverso la trasformazione del racconto del filo all'interno della trama.

 

Il punto cucito è parte minima, ma necessaria per costruire il racconto:

esso identifica un mezzo di espressione concettuale, simbolico, narrativo e decifrabile grazie all'uso dell'alfabeto Morse. 

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